Intervista al clown Adrian Kaye

Pubblicato da Italo il

Ciao Adrian Kaye, tutti noi artisti di strada ti conosciamo per le tue bellissime performance di clown, in una città, Roma, che speriamo ti abbia dato alcune soddisfazioni. Vuoi narrarci come sei approdato qui da noi?
Com’è il tuo rapporto con il pubblico romano?

  1. Mi sono trovato a Roma per la prima volta nel 1992 per qualche giorno.
    Mi è piaciuto tantissimo e sono tornato con maggiore regolarità dal 1998 in poi, periodo in cui frequentavo una ragazza romana.
    Mi sono sempre trovato bene, a mio agio, e ho riscontrato alcune somiglianze tra il pubblico romano e quello londinese.
    E’ stato molto bello riuscire a fidelizzare il pubblico. Alcuni di loro, che potrei definire miei fans, nel corso degli anni sono venuti a trovarmi più volte perchè sempre contenti di assistere ai miei spettacoli.
    In tutto questo tempo non mi sono mai trovato nei guai e, nel passato, ho trovato Roma un posto abbastanza tranquillo.
    Purtroppo però molte cose sono cambiate. Ad esempio, la qualità del turismo è peggiorata
    Oggi si assiste ad un turismo del tipo “mordi e fuggi”, ovvero turisti che si organizzano in gruppi e prenotano viaggi a basso costo per visitare rapidamente le principali città italiane. Hanno poco tempo per visitare ogni città e vanno sempre di fretta. Spesso non si fermano a guardare lo spettacolo, oppure vanno via prima che lo spettacolo sia finito.

    Qual’è stato, qual’è il tuo incontro con gli altri buskers romani, e i movimenti che, nel tempo, hanno cercato di migliorare il rapporto con la città e le limitazioni amministrative ad un uso in libertà delle piazze romane?

  2. Il rapporto con gli altri artisti è stato sempre tranquillo. Ho vissuto a Roma per tanti anni e soprattutto a Piazza Navona e Santa Maria in Trastevere, probabilmente, insieme a pochi altri, sono uno degli artisti più longevo.
    Ho visto e imparato tante cose. Ho un carattere mite, grazie al quale ho sempre cercato di evitare scontri con altri colleghi. In 22 anni di condivisione della piazza con altri artisti, ho litigato solo una volta con uno di loro per una stupidaggine ma ci vogliamo ancora bene.
    Negli ultimi anni, probabilmente a causa della crisi, c’è stato un aumento notevole di artisti, non tutti di ottima qualità.
    E’ aumentato soprattutto il numero dei musicisti. Invece il numero degli artisti che lavorano a cerchio (clown, giocolieri etc) sono praticamente spariti.
    Nel 2012 sono cambiate, in peggio, le regole per gli artisti, per favorire le volontà di alcuni residenti.
    Quello che vedo personalmente a Trastevere è che ho un ottimo rapporto con tutti i residenti e mi chiedo davvero quanti di loro abbiano espresso la volontà di limitare la libertà degli artisti di strada. Forse una ventina? Magari alcuni di loro non vivono neanche a Trastevere, ma in altri quartieri.
    Con Strada libera tutti, nel 2012 , vivendo in casa con altri artisti, mi sono trovato nel bel mezzo della prima battaglia portata avanti contro un regolamento poco accogliente.
    Per un anno e mezzo, ogni giorno, si discuteva e si portava avanti con grande entusiasmo questa battaglia contro l’amministrazione.
    Avevano vietato l’utilizzo delle amplificazioni e siamo riusciti a presentare ricorso al Tar per modificare il regolamento.
    Abbiamo vinto il ricorso ma adesso si è ripresentato lo stesso problema, scatenato, secondo me, dai troppi musicisti che suonano nello stesso posto per tante ore consecutive, spesso con volumi troppo alti, alcuni con set di batteria completi e, talvolta, fuori orario. E’ anche accaduto che qualche musicista iniziasse a suonare durante uno dei miei spettacoli, arrecandomi notevole disturbo.

    Roma è senz’altro una città meravigliosa da molti punti di vista, però le condizioni di vita di un busker sono molto difficili, estremamente precarie, in una realtà che muta costantemente. Roma ti vuole ancora e tu vuoi ancora Roma? La situazione al di fuori di Roma, in Italia, è migliore?

  3. Voglio sempre bene a Roma ma devo ammettere, con grande rammarico, che la situazione attuale è molto difficile e di molto peggiorata rispetto al passato.
    Un anno fà circa ho infatti deciso di trasferirmi e mi sono recato a Roma per esibirmi sporadicamente.
    Non credo che la situazione al di fuori di Roma sia migliore. Ogni città ha i suoi problemi.
    Nel 2016 ad esempio, sono stato a Milano e mi sono esibito per diversi giorni.
    Ho potuto constatare che la zona del Duomo era piena di artisti (anche se non credo che siano dei veri artisti) che cantavano in strada adottando una modalità che mi faceva pensare ad una serata di karaoke.
    Ho visto anche Peppa Pig….

    A ruota libera… Cosa puoi dirci di più?

  4. Penso che l’amministrazione non sia stata in grado di elaborare un regolamento adeguato, né di organizzare e gestire al meglio l’arte di strada.
    In passato avevano stabilito che ogni artista potesse scegliere solo 2 postazioni presso le quali esibirsi. Successivamente hanno imposto la scelta di 1 sola postazione.
    Questa decisione, oltre ad impedire il libero spostamento, obbliga ogni artista a stare sempre nello stesso posto. Queste restrizioni, nel tempo, hanno alimentato ostilità varie tra alcuni artisti che si sono mostrati gelosi del proprio “territorio”.
    In più, l’amministrazione ha così obbligato i residenti ad ascoltare sempre la stessa musica e ad assistere sempre agli stessi spettacoli, ostacolando quella varietà e quel ricambio di artisti che nell’arte di strada è importante e avrebbe senz’altro arricchito ogni quartiere.

Intervista a cura di Italo Cassa

Il sito internet di Adrian Kaye: www.adriankayeclown.com

Il video di presentazione di Adrian:


2 commenti

danielefisarmonica · Novembre 29, 2018 alle 11:27 pm

Sempre grande Adrian, una colonna dell’arte di strada romana, e persona di grande schiettezza.

Stefano Bastia · Novembre 16, 2019 alle 11:17 am

Senza nulla togliere a nessuno, ma questo sì che è un cavallo di razza!

I commenti sono chiusi.

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